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"The mud party"


di maktero
26.02.2025    |    27    |    0 6.0
"Il tizio che mi inculava si era avvinghiato con la mano anche al mio cazzo e lo implorai di farmi venire perchè avevo propio voglia..."
Io ed Alba siamo state coattatte per un "Mud Party".
Nude in ginocchio davanti alla grande pozzanghera in cui saremmo dovute rotolare aspettavamo che i convitati piuttosto brilli ci desserro il via.
Arrivò il momento e ci venne ordinato di gettarci nel fango.
A me piaceva moltissimmo sguazzare nel fango amavo immergere il corpo in quella sostanza umida e molliccia; la sensazione fisica coincideva con quella mentale.
L'imbrattamento del corpo coincideva con la degradazione della mia morale.
Ero un corpo da gettare nel fango e la mia mente non era da meno.
Io ed Alba cominciammo a sguazzare come delfini in quella mota.
Gli invitati guardandoci cominciarono ad eccitarsi ed i commenti più o meno sguauiati cominciarono ad essere più rumorosi e spinti.
Non passò molto che qualcuno decise di scaricare la sua vescica piena di alcol su i nostri corpi.
Degradando ancora di più la nostra condizione.
Ma a me piaceva ricevere dei tiepidi fiotti di urina mentre mi rotolavo nel freddo fango.
Le pisciate di quei gaudenti, uomini e donne, cominciarono ad aumentare ed io ed Alba non ci risparmiammo a dimostrare la nostra soddisfazione a rotolarci nel fango intriso di urina.
I commenti più o meno sguaiati aumentarono.
Mi sentivo una Sirena; una Sirena della melma ed ero contenta di dare piacere a quei porci.
Non mancò molto che qualcuno cominciò a cagare nella pozzanghera o direttamente addosso a noi.
Quei caldi stronzi che ricoprivano il mio corpo mi davano un brivido di piacere.
Ed immergermi nella melma pregna di piscio e di merda calda mi facevano sentire nel mio mondo depravato.
Feci del mio meglio per accontentare i festanti, anche quando a me ed ad Alba ci chiesre di ingoioare il fango intriso di piscio e di merda.
Da brave puttane depravate e sottomesse, io ed Alba ci immergevamo nella pozzanghera con le bocche aperte e riemerggevamo con le bocche aperte piene dello schifo che avevamo raccolto tra gli applausi e le acclamazioni degli astanti.
Come se si fossero trovati in un "Aqua park" a quardare le esibizioni dei delfini.
Non tardo molto che cominciarono ad arrivare gli schizi di sborra degli uomini che eccitati avevavano goduto dellla nostra esibizione.
Il loro caldo seme colò sul nostro corpo ed and ad arricchire il fango della pozzaanghera in cui sguazzavamo.
Si unirono anche dei liquidi di godimento femminili.
Io ed Alba gradimmo molto quelle esplosioni di godimento, sintomo che eravamo riuscite a compiere il nostro dovere.
Quando il pubblicò si calmò venimmo estratte dalla pozzanghera, portate in un angolo del giardino e sporche e luride di tutto quanto ci aveva insozzato venimmo legate a dalle pesanti gogne che imprigionavano la nostra testa e le nostre mani e che lasciavano il nostro culo in alto ed aperto a qualsiasi violazione.
Io ed Alba costrette in quella condizione cominciammo a condividere le nostre sensazioni: io le dissi che ero arrapata a bestia e che avrei voluto godere ma impigionata com'ero non potevo toccarmi.
Lei mi rispose che anche lei era nella stesa condizione.
Rimanemmo insodisfatte per parecchio tempo e gemendo e sbuffando nel trascorrere della nottel a nostra eccittazione cominciò frustratamente a calare.
Poi nella tarda notte quando i festanti cominciarono a riprendersi scoprirono il nostri bianchi culi esposti alle loro voglie.
Non mancò molto che qualcuno si avvicinò per approffitare della nostra disponibilità.
La prima ad essere interessata fù Alba che si prese un bel cazzo nel culo; ma pochi minuti diopo venne il mio turno e mi sentii penetrare violentemente.
Il tizio che mi inculava si era avvinghiato con la mano anche al mio cazzo e lo implorai di farmi venire perchè avevo propio voglia.
Lo sconosciuto fù generoso e mi masturbava mentre mi inculava, venimmo quasi insieme.
Lui riempii di sborra il mio culo mentre io eiaculai nel tereno sotto di me.
Chiesi ad Alba come era andata con il suo seviziatore, lei mi disse che si era accontentato per se e che la aveva lasciata insoddisfatta.
Le dimostrai il mio dispiacere dicendole che invece il mio inculatore mi avva fatto godere.
Ma la notte era ancora lunga e prima dell'alba altri cazzi trovarono piacere nei nostri buchi.
Talora venivamo penetrate da delle donne; riconoscevamo la loro attività per lo strap-on che ovviamente dava delle sensazioni diverse da un vero cazzo.
Venimmo anche pisciate e cagate più volte, quei matriali caldi ci diedero molto piacere, sia per la nostra depravazione sia perche riscadavano i nostri corpi nudi esposti al freddo della notte.
Per me ed io ed Alba non ci fù verso di avere del riposo in quella nottata, anche quando dopo un momento di pausa le nostre palpebre si abbassavano per la stanchezza, arrivava un cazzo, una pisciata od una cagata che ci riportavano alla realtà.
Per fortuna qualche anima pietosa ogni tanto ci concedeva di godere masturbardoci.
Al mattino quando la festa era finita ed i gaudenti se ne andavano via, mia sorella venne a riprenderci.
Eravamo sfinite per la serata nel fango e per notte in bianco passata ad accontentare i cazzi con i nostri culi.
Intontite venimmo liberate dalle pesanti gogne che ci avevano costrette e tormentate per tutta la nottata.
Camminando come degli zombie venimmo portate in un angolo del giardino dove c'era una sistola per l'acqua, e mia sorella provvide a lavarci ferocemente con il getto violento della sistola.
Quando fummo pulite vennimo condotte barcollanti alla maccina e pigiate nel bagagliaio della macchina di mia sorella.
Il viaggio nel bagagliaio fu scomodo, ma noi eravamo così esauste che ci addormettammo comeunque.
Arivate a casa, estratte dal bagagliaio mia sorella ci condusse nello sgabuzzino lurido, puzzolente e caldo dicendoci che per la serata avremmo dovuto essere pronte per prostituirci.
Noi la guardammo con gli occhi esausti e guando chiuse la porta di di quell'angusto ambiente prevedendo le prossimme ore, ci baciammo per avere un poco di dolcezza e poi ancora esauste ci addormettamo in attesa del nostro terribile desino.












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